Ultima modifica: 29 Aprile 2020

SALTO FUORI DALLA CARTELLA giorno53

Un grazie di cuore a chi ha accolto la sfida di raccontarsi.

Sabato 07 marzo è stato l’ultimo giorno che le mie bambine hanno potuto respirare l’aria fresca della montagna, accarezzare la neve e ridere spensierate. 

Sono trascorsi quasi 50 giorni da allora. 
Le loro giornate iniziano tardi perché la mattina amano dormire, trascorrono i pomeriggi giocando e facendo i compiti e la sera possiamo guardare insieme la televisione fino a tardi. 
Sono bravissime, non si sono mai lamentate né hanno mai chiesto di uscire. Consapevoli della situazione e più responsabili di alcuni adulti.
Sanno farsi compagnia.
Sono contente di stare a casa anche se vorrebbero tanto rivedere le loro amiche per potersi riabbracciare e tornare a condividere il proprio mondo. 
Io sono a casa dal lavoro in cassa integrazione, non dovrei essere felice ma lo sono perché posso occuparmi di loro.
Mio marito lavora e si occupa della spesa e di tutto ciò che ha a che fare con l’esterno per tutelarci. 
Io sono preoccupata per lui e prego Dio affinché ci protegga sempre.
Questo periodo è stato terribile perché sono morte tantissime persone, alcune anche vicine, e altre si sono ammalate.
Dove il silenzio viene interrotto soltanto dalle sirene delle ambulanze.
Quando si andava a scuola ci si svegliava presto ma si era sempre in ritardo. Sciarpe, barrette, ombrelli, cartelle da trascinare,  la campanella che suonava, le corse al lavoro…
Adesso, quando ci si sveglia, si lasciano le cose importanti da fare in un secondo tempo perché sembrano non servire più. 
Restiamo in pigiama perché non dobbiamo uscire. 
Ci trascuriamo perché probabilmente ci sembra inutile. 
Ci lasciamo scorrere dal tempo in maniera passiva, ci abituiamo a questo ritmo sedentario e riempiamo il vuoto con quello che ci piace fare.
Forse avevamo bisogno di riprenderci il nostro tempo per scoprirci dentro.
Però, sono sicura che per il nostro bene, abbiamo bisogno di qualcuno che scandisca il nostro tempo, ci dia delle regole, ci costringa a confrontarci, ci ricordi che presto tutto tornerà come prima. 
Grazie alla scuola che non ci abbandona mai, che ci sta vicino, che ci cerca, che ci smuove, che ci stimola, che crede nel futuro dei nostri figli, che ci obbliga a fare dei sacrifici, che ci insegna che niente è perduto, che ci sprona a fare meglio e a dare di più.
Grazie perché oggi è la nostra certezza
Un grazie di cuore a chi ha accolto la sfida di raccontarsi
Gli insegnanti
Aspettiamo gli scritti di chi vorrà condividere con noi questo momento così tanto particolare, vi ricordiamo la mail primarias.stefanolecco1@gmail.com  




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