Ultima modifica: 6 Maggio 2020

SALTO FUORI DALLA CARTELLA giorno60

Un secondo contributo da voi genitori

Ecco oggi un’altra lettera arrivata da voi genitori…

 

Mi risulta difficile esprimere a parole emozioni e sentimenti, quindi tenterò attraverso il racconto della mia quotidianità di rappresentare quello che provo in questo periodo.

Alle 6:50 suona la sveglia: sono la prima ad alzarmi dal letto. Adoro da sempre il mattino, la mezz’ora tutta per me prima che si alzino tutti: colazione e lettura della rassegna stampa. Durante il periodo scolastico si tratta della quiete prima della tempesta, ma ora…. tutto è diverso, rallentato, ha un gusto nuovo: davanti al mio caffè mi tiene compagnia il blog scolastico. Lo adoro! Attendo con ansia le nuove pubblicazioni qualche giorno fa mi sono ritrovata ad ascoltare commossa la lettura di un capitolo del mago di OZ, regalo delle maestre: voce calda e pacata ed i ricordi sono andati lontano….alla mia infanzia… ad uno dei primi film gustati al cinema…..

Eh già…in questo periodo mi ritrovo più sensibile… mi commuovo per tante cose… addirittura alla vista di alcuni spot televisivi: mi basta una musica evocativa accompagnata dal volto di un nonno o di un medico che gli occhi si orlano di lacrime e mi sale un groppo in gola…..

E’ come se i recettori di certe mie emozioni siano diventati d’un tratto ultra sensibili a qualsiasi stimolo!

Alle 7:45 inizio a lavorare : ho la fortuna, anzi il privilegio di poter lavorare da casa.

Mio marito invece da oramai due mesi ha dovuto chiudere il suo studio e come tanti papà si dedica alla famiglia a tempo pieno: abituato ad uscire di casa alle 7:30 e rientrare in serata, si trova ora catapultato in questa nuova dimensione domestica. Per noi è la prima volta che capita di averlo a casa per un periodo così lungo: da moglie apprezzo l’impegno dimostrato nell’accudire i figli con pazienza, soprattutto la mattina mentre io lavoro chiusa in una stanza e lui affronta da “solo” le tre piccole canaglie.

I muri di casa mi consegnano dei sottofondi davvero piacevoli: confino con la stanza di mia figlia maggiore e così mi giungono le voci della prof. di italiano che in video lezione spiega l’Odissea e di mia figlia che con voce intimorita risponde alle domande che le vengono rivolte, intanto dalla cucina sento la sorella che insieme al papà si occupa della lista della spesa e programma il pranzo.

Ad un tratto la porta del mio studio si apre e mi raggiunge zampettando a piedi nudi il più piccolo (…oramai ha 9 anni ma per tutti noi è il cucciolo di casa…), si siede sulle mie ginocchia, mi appoggia la testolina spettinata sulla spalla e mi sussurra all’orecchio “mamma, mi prepari il caffè con la cremina”.

Ed ecco che la classica pausa caffè trascorsa con i colleghi si trasforma in un momento intimo e speciale trascorso con il mio piccolo, al quale piace inzuppare i biscotti nel caffè perché così si sente più grande.

La mattina vola e in un attimo ci ritroviamo tutti seduti a tavola per il pranzo: anche questa è una novità perché prima capitava solo la domenica. Mio marito si sta pian piano abituando, o meglio rassegnando, alla chiassosità e spensieratezza dei ragazzi, contraltare alle notizie drammatiche del telegiornale che invano cerchiamo di ascoltare.

Mi piace immortalare con scatti fotografici i momenti di queste giornate: i ragazzi davanti ai loro PC impegnati nelle video lezioni, una buona zuppa agropiccante preparata da mio marito, le partite a carte in balcone, un dolcetto ben riuscito gustato dal più piccolo, i fiori in terrazzo che non hanno mai ricevuto tante cure prima d’ora, le video chiamate di gruppo con i familiari, la mia prima tinta dei capelli fatta a casa aiutata da mia figlia e un taglio azzardato praticato sulla testa di mio marito, un percorso ad ostacoli realizzato in cortile ….

Questi momenti non devono scolorire nella mia memoria, perché è solo grazie a loro che riesco ad affrontare con maggiore forza le difficoltà di questi giorni: il timore che avverto ogni volta che chiamo i miei familiari ed attendo con ansia la conferma che anche oggi stanno tutti bene, la preoccupazione per l’attività di mio marito che non si sa ancora quando e come potrà riprendere il lavoro, gli sbalzi d’umore delle mie ragazze acuiti immagino da questa clausura e dall’impossibilità di sfogarsi in palestra, il dramma quotidiano nel sentire di tante vite spezzate, l’angoscia nell’ascoltare testimonianze di genitori di ragazzi disabili che senza supporti devono gestire il disorientamento ed il turbamento dei loro figli …..

Tutto questo passerà …. e quando torneremo alla vita di prima, ci sentiremo cambiati, rinforzati, consapevoli del valore di tante cose che prima davamo per scontate…. almeno questo è quello che mi auguro!

Un grazie di cuore a chi ha accolto la sfida di raccontarsi
Gli insegnanti
Aspettiamo gli scritti di chi vorrà condividere con noi questo momento così tanto particolare, vi ricordiamo la mail primarias.stefanolecco1@gmail.com




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