SALTO FUORI DALLA CARTELLA giorno74
le vostre voci…
Da un giorno all’altro ci siamo ritrovati catapultati in un vortice irrefrenabile e travolgente. Altro che ritmi dilatati, tempo libero da riempire, preoccupazione su cosa fare a casa…
I ritmi sono diventati frenetici, tanto da non riuscire ad avere un attimo di respiro.
Io insegno, mio marito è programmatore e si occupa della parte retributiva di una grande azienda (buste paghe, scadenze fiscali…) e già da cinque anni lavora da casa.
Con l’emergenza Corona Virus, di punto in bianco, il nostro lavoro è triplicato: io ho trascorso settimane attaccata al computer per imparare a utilizzare le piattaforme, realizzare registrazioni e video, per preparare e inviare materiali, caricare il registro elettronico, consultare quello dei figli, rispondere a un’ infinità di mail; lui impegnato a inseguire tutte le nuove normative per i congedi, i sussidi ai lavoratori, la 104, legate alla pandemia.
Per non parlare della pianificazione (sarebbe meglio dire “guerra”) per l’utilizzo dei pc: sono due e noi cinque, ciascuno con le proprie esigenze.
Trascorriamo le giornate a rincorrere messaggi, aprire link, litigare con le password che non funzionano, ad arrabattarci per risolvere i problemi tecnici ( Aiuto! Non parte il collegamento e ho lezione tra due minuti!), caricare e scaricare materiale…Siamo sommersi dai messaggi whatsapp che arrivano da tutte le parti, ma non abbiamo quasi il tempo di aprirli… Aggiungiamo a tutta questa “baraonda” il fatto che i bambini sono a casa h 24 e richiedono attenzione…e in una simile situazione è faticosissimo conciliare tutto.
Eppure questo tempo per noi così troppo pieno, che rischia di frammentarci e schiacciarci, a maggior ragione ci chiede di educarci a ritrovare le priorità. Non è facile, perché gli strumenti tecnologici veramente finiscono per assorbirci completamente e renderci dipendenti ( a mezzanotte controllo ancora se sono arrivate nuove mail).
E allora grazie ad occasioni come questa, che obbligano a fermarsi e pensare.
Desidero condividere una sola riflessione, come mamma e come insegnante, sull’uso della tecnologia (che a volte maledico perché ha invaso tutta la mia vita personale e familiare): paradossalmente la didattica a distanza ha permesso (almeno nel nostro caso) di stabilire un rapporto personale e continuativo tra alunni e insegnanti. Si sono creati dei bei legami, costruiti dai semplici ma significativi messaggi che ci si scambia inviando o ricevendo i lavori. Ed è possibile seguire passo passo il percorso di apprendimento del singolo alunno.
Quando si tornerà alla normalità (e non vedo l’ora!), spero però che non si perda questa modalità di relazione più stretta e personale tra ragazzi e insegnante, che è diventata per noi molto significativa.